Acqua, importante alleata per la salute dei denti

acquaÈ l’elemento più importante in natura, dona la vita a tutti gli organismi esistenti e rende il nostro pianeta quello spettacolo che è. Parliamo dell’Acqua, fondamentale per il nostro corpo, a diversi livelli.

Infatti, bere non è solo utile per idratarsi, eliminare le tossine e depurarsi; l’acqua rappresenta anche un’alleata preziosissima per la salute dei denti.

L’acqua ci disseta e innesta quelle importanti reazioni metaboliche dell’organismo che depurano e allontanano le tossine.

Ma bere è molto utile anche al benessere dei denti: è una delle poche bevande a non macchiare o danneggiare lo smalto. Inoltre contiene minerali naturalmente disciolti che sono molto utili ai denti.

Gli elementi dell’acqua utili ai denti


Il Calcio

Lo smalto dei denti è composto al 96% da calcio. E quindi è facilmente intuibile l’estrema importanza di una buona idratazione per la salute dei denti. Il fabbisogno giornaliero per i nostri denti varia dai 0,5 agli 1,5 grammi: chi beve molto riesce a soddisfare prima le proprie esigenze per questo micronutriente.

Il Fluoro

L’altro importante minerale contenuto nell’acqua che risulta essere molto utile alla salute dei denti è il fluoro. È accertato, infatti, che il fluoro ha un ruolo fondamentale nella prevenzione della carie: ogni giorno dovremmo assumerne una quantità pari a 0,7 mgl.


Bere molta acqua aiuta la salute dei denti

Bere è utile al nostro corpo in molti modi: uno dei più importanti è quello legato alla salute dei denti. Calcio e fluoro sono necessari alla nostra dentatura ogni giorno, e l’acqua li possiede in grossa quantità.

Il nostro consiglio è di bere molto ogni giorno e il risultato sarà quello di mantenere sani i vostri denti a lungo!

Test salivare: strumento utile per prevenire le carie

test salivarePrevenire è meglio che curare: lo dicono tutti i medici (dentisti inclusi). Ecco perché oggi vi vogliamo parlare di uno strumento molto efficace per la prevenzione delle carie: il test salivare.

Le ultime novità in campo odontoiatrico attestano il test salivare come un metodo innovativo e funzionale per individuare la propensione dell’individuo a sviluppare la carie (la cosiddetta “cariorecettività”). Il test permette di effettuare delle misurazioni sia di tipo qualitativo che quantativo: analizza infatti la saliva che riveste un ruolo fondamentale nella protezione della salute della nostra bozza.

Di solito, i soggetti più a rischio carie sono i bimbi, gli adolescenti e le donne gravide. Sono proprio le donne in stato di gravidanza che trasmettono i batteri responsabili del processo carioso al bimbo.

Il test salivare va eseguito dopo aver curato le carie eventualmente già presenti. Il test, in particolare, è in grado di rivelare se un soggetto rischia effettivamente di ammalarsi. In questo modo è possibile agire preventivamente con la terapia più adatta, iniziando un percorso terapeutico personalizzato.

La carie è una malattia infettiva che viene sostenuta da specifici batteri presenti nel cavo orale, e che si nutrono di zuccheri e rilasciano acidi capaci di intaccare lo smalto dei denti. Il test salivare riesce ad individuare la presenza di questi batteri e conoscere la capacità propria della saliva di tamponare gli acidi prodotti da questi batteri.

COME FUNZIONA IL TEST SALIVARE

Il test è semplice e indolore: il campione di saliva del paziente viene collocato in una striscia di coltura che, a sua volta, viene posta in uno speciale forno. Nelle successive 48 ore appariranno delle “macchioline” che evidenzieranno le colonie batteriche presenti nel cavo orale.
Questi risultati, insieme a quelli anamnestici e clinici, allo studio del PH salivare e alla presenza di placca permetteranno di classificare il rischio (basso, medio o alto) di sviluppare la carie, per il paziente. Il programma di prevenzione, consigliato dall’odontoiatria, cambierà in base alla categoria di rischio a cui il paziente appartiene.

GLI ELEMENTI ANALIZZATI DAL TEST SALIVARE

Come detto, attraverso il test della saliva si studiano le tre caratteristiche importanti della saliva: il flusso salivare, il PH ovvero il potere tampone e la presenza di specifiche famiglie di batteri cariogeni.

Il flusso salivare rimuove i detriti alimentari ed i residui batterici attraverso il canale digerente. Le riduzioni nella secrezione salivare hanno un importante effetto sia sul numero che sulla gravità delle carie. Tra gli anziani sono più frequenti i sintomi di secchezza della bocca e del resto sono tipiche dell’età avanzata alcune malattie che possono portare ad una diminuzione del flusso salivare, come il morbo di Alzheimer.

Il secondo elemento che si evidenzia con il test salivare è il potere tampone che consiste nella capacità di equilibrare l’ambiente acido che inevitabilmente viene a crearsi nella bocca a causa dell’acidità di alcuni alimenti e degli acidi prodotti dai batteri acidogeni.

L’ultimo elemento che il test della saliva ci permette di evidenziare è un grande numero di specie batteriche, presenti in uno stato di equilibrio. Quando tale equilibrio viene per cause diverse ad essere alterato si può assistere alla insorgenza della carie. Le due specie batteriche più importanti che causano la carie sono lo Streptococcus mutans e i Lactobacilli, in grado di produrre consistenti quantitativi di acidi. Quando l’ambiente orale raggiunge livelli di acidità critici (PH intorno a 4.8), hanno inizio quei processi, che, se non precocemente intercettati o prevenuti, portando allo sviluppo della carie.

CONCLUSIONI

In conclusione, è da attestare la tendenza della moderna odontoiatria che, seguendo l’esempio dei paesi nordeuropei, propone di eseguire una prevenzione ad ampio raggio per tentare di determinare la scomparsa della carie, come malattia diffusa, trasformandola in un episodio occasionale. Un nuovo modo di concepire l’odontoiatria, quindi, il cui obiettivo non è più quello di curare i denti, ma di fare prevenzione diretta attraverso un programma mirato, per ottenere e mantenere denti sani per tutta la vita.

Assistente alla poltrona: requisiti e compiti della professione

assistente alla poltronaAssistente alla poltrona rappresenta una delle figure professionali fondamentali all’interno dello studio dentistico: il suo ruolo, infatti, si espleta sia nell’ambito dell’assistenza all’odontoiatria sia nella gestione amministrativa.

Nel 2001, il Protocollo d’intesa firmato da ANDI e dalle OO.SS, sancisce ufficialmente la nascita della figura professionale “Assistente di Studio Odontoiatrico”, che secondo questo documento ha le seguenti mansioni:

– Gestire i rapporti con i pazienti dall’accoglienza alla dimissione;
– Organizzare l’agenda scadenzando i vari appuntamenti;
– Mantenere costantemente aggiornate le schede lavori dei pazienti;
– Gestire i rapporti con i fornitori e laboratori provvedendo agli approvvigionamenti necessari allo studio;
– Gestione della Contabilità e uso dei più comuni supporti informatici;
– Preparare la postazione di lavoro del dentista, prima di un intervento chirurgico;
– Assistere il dentista durante le sedute con i pazienti;
– Lavorare e preparare i materiali dentali;
– Pulire, disinfettare e sterilizzare i vari strumenti, attrezzature utilizzate dal dentista durante l’intervento e dell’area dello studio interessata, provvedendo alla sua decontaminazione;
– Gestire l’archivio dei pazienti, catalogando ordinatamente il materiale radiografico di accertamento.

Per svolgere queste mansioni, assistente alla poltrona deve possedere dei specifici requisiti professionali e diverse doti personali.

REQUISITI PROFESSIONALI DE ASSISTENTE ALLA POLTRONA

I requisiti professionali del assistente alla poltrona si acquisiscono attraverso un determinato percorso di studi, e successivamente un apposito corso formativo.

Non è necessario possedere la Laurea in campo medico-sanitario; infatti è sufficiente essere in possesso di un diploma di scuola secondaria. Inoltre nonostante il Protocollo non indichi un preciso percorso formativo, è consigliabile:

– Conseguire un diploma di scuola secondaria a indirizzo scientifico: sarete avvantaggiati nella comprensione di alcune materie;
– Frequentare un corso di formazione per il conseguimento di un attestato qualificante: avrete più possibilità di trovare lavoro, possedendo un adeguato bagaglio formativo.

DOTI PERSONALI DE ASSISTENTE ALLA POLTRONA

Inoltre, le doti personali necessarie per lo svolgimento del lavoro possono essere riassunte nelle seguenti:

– Carattere calmo e atteggiamento rassicurante;
– Ottime capacità di relazionarsi con il pubblico;
– Carattere molto empatico;
– Precisione nell’espletamento delle proprie funzioni;
– Scarsa impressionabilità e nessuna reazione alla vista del sangue;
– Ottime capacità organizzative e di gestione logistica dello studio;
– Buona conoscenza del PC e dei sistemi informatici più diffusi;
– Capacità di lavorare in completa autonomia.

RETRIBUZIONE

In linea generale, considerando che inizialmente è previsto un periodo di apprendistato e considerando una media di 30-35 ore di lavoro settimanali, si può sostenere che lo stipendio iniziale de assistente alla poltrona sia intorno ai 500 euro mensili, che aumenta a 900 euro dopo circa due anni, e si assesta intorno ai 1200 euro dopo circa 5 anni di professione.

In conclusione, il lavoro di assistente alla poltrona non è un lavoro che permette di arricchirsi, e considerando le diverse mansioni svolte e i rischi e le responsabilità che si devono affrontare, la scelta di indirizzarsi verso questa carriera deve essere dettata da una grande passione e dedizione.

L’aspetto confortante è, però, che secondo le ultime statistiche quasi il 90% di chi frequenta corsi professionalizzanti in materia poi trova lavoro in un tempo molto breve.